Glossario

Il questionario di profilatura MiFID2 si arricchisce con le preferenze di sostenibilità. La Banca ha messo a disposizione il questionario MiFID2 aggiornato con una nuova sezione “ESG” dedicata alle preferenze di sostenibilità.

Tutti i clienti che operano sui prodotti finanziari sono chiamati ad aggiornare il questionario fornendo le risposte per conoscere la competenza ed esperienza finanziaria, la situazione finanziaria e gli obiettivi di investimento, tra cui le preferenze di sostenibilità.

Le nuove domande del questionario raccolgono le eventuali preferenze del cliente verso investimenti in attività attente allo sviluppo sostenibile dell’ambiente, agli equilibri sociali e alle buone prassi nel governo societario. La valutazione di adeguatezza, pertanto, considererà gli investimenti non più soltanto sotto il profilo rischio -rendimento del cliente, ma anche rispetto alle preferenze di sostenibilità eventualmente espresse.

In prospettiva, ciò consentirà nel tempo di accrescere le conoscenze dei clienti circa gli investimenti con caratteristiche di sostenibilità e creare una cultura sul tema.

Perché parliamo di sostenibilità?

La sostenibilità è la nuova sfida economica e ambientale lanciata per lasciare anche alle generazioni future le risorse del Pianeta Terra, come aria, acqua potabile, suolo, che non sono illimitate. La sostenibilità si sviluppa su tre assi: economico, ambientale e sociale, come delineato dall’Agenda 2030 dell’Onu che individua le azioni che debbono essere intraprese per tutelare le generazioni future.

La finanza ha deciso di raccogliere la sfida della sostenibilità mettendo in campo risorse finanziarie dedicate, incentivando l’inserimento del tema nelle linee strategiche aziendali e adeguando i prodotti finanziari alle nuove indicazioni e Regolamenti europei.

Al fine di rendere quanto più comprensibile il quadro normativo e le pratiche finanziarie legate alla , sono elencati di seguito alcuni concetti fondamentali utilizzati nell’ambito della già menzionata informativa:

  1. Fattori di sostenibilità (ESG - Enviromental, Social, Governance). Tali fattori si riferiscono a tre temi:
    • l’ambiente (fattore E di “Environmental”) misurabile mediante indicatori concernenti l’impiego di energia, l’impiego di energie rinnovabili, l’utilizzo di materie prime e di risorse idriche e l’uso del suolo, la produzione di rifiuti, le emissioni di gas a effetto serra nonché l’impatto sulla biodiversità e l’economia circolare;
    • il sociale (fattore S di “Social”) che contribuisce a un obiettivo sociale, in particolare un investimento che contribuisce alla lotta contro la disuguaglianza, o che promuove la coesione sociale, l’integrazione sociale e le relazioni industriali, o un investimento in capitale umano o in comunità economicamente o socialmente svantaggiate;
    • il buon governo societario (fattore G di “Governance”)che mira a creare strutture di gestione solide e rispettose delle relazioni con il personale, della remunerazione del personale e degli obblighi fiscali.
  2. Rischio di Sostenibilità: un evento o una condizione di tipo ambientale, sociale o di governance che, se si verificasse, potrebbe provocare un significativo impatto negativo effettivo o potenziale sul valore dell’investimento.

    Il rischio di sostenibilità di tipo ambientale si riferisce alle condizioni biofisiche della Terra e all’uso che viene fatto delle sue risorse. Ne è un esempio il rischio climatico, che si declina in fisico e di transizione. Il rischio fisico riguarda gli impatti diretti dei cambiamenti climatici, come eventi meteorologici estremi (tempeste, inondazioni, siccità) che possono danneggiare le infrastrutture, interrompere le catene di approvvigionamento o avere un impatto negativo sulla fornitura dei servizi. Il rischio di transizione si riferisce ai cambiamenti normativi e di mercato legati alla transizione dell’economia verso modelli a basse emissioni di carbonio.

    I rischi legati alle questioni sociali possono includere, ad esempio, ai diritti del lavoro e alle relazioni con la comunità, a tematiche quali disuguaglianza e inclusività, investimento nel capitale umano e prevenzione degli incidenti.

    I rischi relativi alla governance possono includere, tra gli altri, la composizione e l’efficacia del Consiglio di Amministrazione, gli incentivi alla gestione, la qualità della gestione e l’allineamento della direzione con gli azionisti, la corruzione e l’utilizzo di pratiche di vendita scorrette.

    I rischi di sostenibilità possono avere un impatto finanziario significativo sul valore dell’investimento. Ad esempio, nuove regolamentazioni ambientali potrebbero incidere sui costi operativi per le aziende che non adottano pratiche sostenibili; oppure, la mancata o errata attuazione delle regolamentazioni potrebbe avere un impatto sulla reputazione aziendale e sulla fiducia degli stakeholder nei confronti dell’azienda. Tutte le attività produttive, pertanto, dovrebbero essere in grado di adattarsi e mitigare i rischi climatici e al contempo adeguarsi alle nuove normative; laddove questo non accada, o la transizione venga gestita in maniera non efficiente, si determina un aumento dell’esposizione al rischio che potrebbe riflettersi sul valore dell’azienda, incidendo sulla sua redditività e, di conseguenza, sulle prospettive di crescita del capitale.

  3. Effetti negativi delle decisioni di investimento sui fattori di sostenibilità (c.d. “PAI”): Si riferiscono ai principali effetti negativi, rilevanti o che potrebbero essere rilevanti, che l’attività di investimento o di consulenza in materia di investimenti può avere sui fattori di sostenibilità relativi all’ambiente, al sociale e in materia di dipendenti, rispetto dei diritti umani, abuso d’ufficio e anticorruzione.

    Gli intermediari che prendono in considerazione i PAI nelle decisioni di investimento e/o nelle consulenze sono chiamati ad informare il pubblico (fare “disclosure”) circa il processo di valutazione messo in atto per identificare e dare priorità ai principali impatti negativi sui fattori di sostenibilità.

  4. Investimento sostenibile: la normativa europea definisce come “sostenibile” un investimento in un’attività economica che contribuisce a un obiettivo ambientale (misurato, ad esempio, mediante indicatori chiave di efficienza delle risorse concernenti l’impiego di energia, l’impiego di energie rinnovabili, l’utilizzo di materie prime e di risorse idriche e l’uso del suolo, la produzione di rifiuti, le emissioni di gas a effetto serra nonché l’impatto sulla biodiversità e l’economia circolare) o un investimento in un’attività economica che contribuisce a un obiettivo sociale (in particolare un investimento che contribuisce alla lotta contro la disuguaglianza o che promuove la coesione sociale, l’integrazione sociale e le relazioni sociali) oppure un investimento in capitale umano o in comunità economicamente o socialmente svantaggiate, a condizione che:
    • tali investimenti non arrechino un danno significativo a nessuno di tali obiettivi (anche detto principio “Do No Significant Harm” o “DNSH”);
    • le imprese che beneficiano di tali investimenti rispettino prassi di buona governance, in particolare per quanto riguarda strutture di gestione solide, relazioni con il personale, remunerazione del personale e rispetto degli obblighi fiscali.

    Sono state stabilite regole uniformi e trasparenti di comunicazione, rese dagli operatori finanziari (la normativa ‘SFDR’), che permettono al pubblico di comparare gli strumenti finanziari e di stabilire se essi abbiano ad oggetto investimenti sostenibili.

    In base alla rilevanza dei criteri ESG all’interno di un prodotto finanziario e al livello di dettaglio delle informazioni fornite, si individuano tre distinte categorie, con un crescente livello di trasparenza e di impatto dei fattori ESG sull’investimento:

    • Prodotti finanziari “Grey Green”, senza vocazione di sostenibilità (art. 6 SFDR),
    • Prodotti finanziari “Light Green”, che hanno un obiettivo principalmente finanziario ma possono promuovere al contempo caratteristiche sociali o ambientali, o possono includere in parte investimenti sostenibili (art.8 SFDR),
    • Prodotti “Dark Green”, con forte affermazione ESG, che hanno come obiettivo principale gli investimenti sostenibili.
  5. Investimento ecosostenibile: un investimento in una o più attività economiche considerate ecosostenibili.
  6. Attività ecosostenibile: secondo la Tassonomia dell’UE, un’attività economica è considerata ecosostenibile se contribuisce in modo sostanziale al raggiungimento di uno o più degli obiettivi ambientali (mitigazione dei cambiamenti climatici, adattamento ai cambiamenti climatici, sostenibilità e protezione delle risorse idriche e marine; transizione verso un'economia circolare; prevenzione e controllo dell'inquinamento; protezione e ripristino della biodiversità e degli ecosistemi); non arreca un danno significativo a nessuno degli altri obiettivi ambientali (do not significant harm); è svolta nel rispetto delle garanzie minime di salvaguardia sociale; è conforme ai criteri di vaglio tecnico che si basano sugli indicatori di sostenibilità fissati dalla Commissione europea. La Tassonomia fissa i criteri tecnici per il raggiungimento di ciascun obiettivo ambientale declinandoli sui diversi macrosettori economici e per singole attività ad essi correlate.
  7. Prodotti che promuovono caratteristiche ambientali e sociali (art. 8 SFDR): prodotti finanziari che promuovono, tra le altre caratteristiche, quelle ambientali o sociali, o una loro combinazione, a condizione che le imprese in cui gli investimenti sono effettuati rispettino prassi di buona governance.
  8. Prodotti che hanno come obiettivo investimenti sostenibili (art. 9 SDFR): prodotti finanziari che hanno come obiettivo gli investimenti sostenibili e nei quali è stato designato un indice di riferimento misurabile o, nel caso non sia stato indicato un benchmark, una spiegazione del modo in cui si è raggiunto l’obiettivo di investimento.
  9. Preferenze di sostenibilità: vengono espresse dal cliente nel questionario di profilazione ai fini MiFID e riguardano l’interesse ad affiancare agli obiettivi finanziari (quali, ad esempio, la protezione del capitale investito, la ricerca di un rendimento più o meno elevato, la durata dei propri investimenti) anche obiettivi di investimento connessi ai fattori e rischi di sostenibilità, c.d. ESG: ambientali (E), sociali (S) e di buona governance (G).
  10. Consulenza in materia di investimenti: prestazione di raccomandazioni personalizzate ad un cliente, riguardo ad una o più operazioni relative a strumenti finanziari.
  11. Consulenza in materia di assicurazioni riguardo agli IBIPs: prestazione di raccomandazioni personalizzate ad un cliente riguardo ad uno o più IBIPs.
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